Le Meleghine: oasi di fitodepurazione
Il sito Le Meleghine è collocato nel territorio del Comune di Finale Emilia, in prossimità del confine provinciale con Ferrara, in un’area agricola scarsamente abitata, nella quale le conche geomorfologiche con terreni alluvionali erano occupate, fino alla fine dell’800 e ai primi del ‘900, da paludi e praterie umide, utilizzate per secoli per l’allevamento degli equini. Il sito è delimitato a Nord dalla strada Fruttarola, a Est dai canali Bagnoli e Canalazzo, a Sud dal cavo Pecora e dalla strada Dogarolo. Alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso, l’amministrazione comunale, intercettando un finanziamento di origine europea, promosse la realizzazione dell’impianto di fitodepurazione Le Meleghine, sul terreno agricolo conosciuto come “Fondo Cà Nana”, divenuto poi realtà nei primi anni ‘90. Nel tempo l’area ha assunto una sempre maggior valenza naturalistica, sancita con l’inserimento dell’Oasi Le Meleghine all’interno di una Zona di Protezione Speciale (ZPS), facente parte della Rete Europea di Siti Natura 2000, che la racchiude e la circonda su una superfice di 327 ettari dove trovano applicazione le Misure Generali e Specifiche di Conservazione stabilite dalle normative di settore. Oggi l’Oasi Le Meleghine è inserita anche nella convenzione GIAPP (Gestione Integrata delle Aree Protette della Pianura) che riunisce 25 comuni delle province di Modena, Bologna e Ferrara, con l’obiettivo di gestire in modo coordinato e attento al resto del territorio le aree di interesse naturalistico, di proprietà o uso pubblico. Un ulteriore risultato, ottenuto in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, è stata l’istituzione di ARE (Aree di riequilibrio ecologico) che permetterà un’eventuale gestione diretta dell’Oasi da parte dell’amministrazione. Da aprile 2018, nell’area è attiva una stazione ornitologica, gestita dal gruppo CARC Natura, per lo studio delle migrazioni con l’inanellamento degli uccelli a scopo scientifico, per conto di ISPRA (Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale).
Foto del Gruccione a cura di Ivan Gallini
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